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Finalmente poteva
ammettere con se stesso di non avere mai amato nessuna così, e di non avere mai
incontrato nessuno, uomo o donna che fosse, che la uguagliasse in serietà.
Forse, se fosse rimasto con lei, sarebbe riuscito a concentrarsi di più sulle
sue ambizioni, forse avrebbe anche scritto quei libri di storia. Pur non
essendo affatto il suo genere, Edward sapeva che l'Ennismore Quartet era
famoso, tuttora un punto di riferimento nel mondo della musica classica. A
concerto non andava mai; non comprava, e nemmeno curiosava tra le raccolte di
brani di Beethoven e di Schubert. Non aveva voglia di riconoscerla in una
fotografia, e di constatare gli effetti del tempo, o di scoprire dettagli sulla
sua vita privata. Preferiva custodirla com'era nei suoi ricordi, con il fiore
di tarassaco nell'asola della camicetta e il nastro di velluto nei capelli, la
sacca di tela sulle spalle, e quella sua faccia dalle ossa grandi e il bel
sorriso sincero. Se pensava a lei, si stupiva un po' di aver lasciato andare
via quella ragazza con il violino. Ormai ovviamente sapeva che la sua proposta
di tenersi in disparte era piuttosto pretestuosa. Le occorreva soltanto essere
certa che lui l'amasse, sentirsi rassicurare sul fatto che non esisteva nessuna
fretta, avendo un'intera vita davanti. Amore e pazienza, ah, se solo non se li
fosse scoperti in tempi diversi, li avrebbero di certo aiutati a superare ogni
cosa.
Ian McEwan, Amsterdam
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